/ Ecco i dati ufficiali sul superammortamento, l’incentivo da 2,3 miliardi che piaceva a PMI, artigiani e professionisti

Pubblicato il 23 Gennaio 2019 in News

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noti i dati di dettaglio sulle dichiarazioni dei redditi relative all’anno fiscale 2016, che è quello in cui ha esordito il superammortamento, la misura che, dall’ottobre 2015, consentiva di maggiorare al 140% gli ammortamenti per tutti i beni strumentali, automobili comprese. L’analisi dei dati sancisce ufficialmente come quella misura sia stata apprezzata dalle imprese, soprattutto quelle piccole e medie, che da quest’anno ne saranno orfane.

L’agevolazione – emerge dai dati – è stata fruita da 214.651 soggetti (il 18,4% del totale società) per un ammontare di 2 miliardi di euro. Circa il 54% dei fruitori si è concentrato nelle classi di ricavo comprese tra 200.000 euro e 2.500.000 euro. La maggiore incidenza nell’utilizzo dell’agevolazione si registra nelle seguenti regioni: Trentino Alto Adige (35,5%), Veneto (29,3%) e Valle d’Aosta (28,7%).

In termini di ammontare, la maggiore deduzione è concentrata (76%) nei seguenti settori: “manifatturiero” (35,6%), “noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese” (19,8%), “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (11,2%) e “servizi di informazione e comunicazione” (9,5%).

Il superammortamento è stato utilizzato anche da professionisti e imprese individuali. Dalle dichiarazioni Redditi/2017 risultano 518.800 soggetti fruitori per complessivi 294,9 milioni di euro così distribuiti:

  • 158.000 soggetti esercenti attività di lavoro autonomo per un ammontare di 60,6 milioni di euro;
  • 42.300 soggetti esercenti attività d’impresa in contabilità ordinaria per un ammontare di 51,7 milioni di euro;
  • 299.800 soggetti esercenti attività d’impresa in contabilità semplificata per un ammontare di 142,6 milioni di euro;
  • 18.700 soggetti esercenti attività soggette a tassazione sostitutiva (regime fiscale di vantaggio) per un ammontare di circa 40,0 milioni di euro.

Iperammortamento sfruttato dal 15% delle imprese (ma i conti non tornano)

Nelle dichiarazioni per il 2016 inizia anche a comparire anche l’iperammortamento, misura in vigore dal gennaio 2017 e utilizzata quindi in coda all’esercizio 2016 dalle società che avevano l’anno fiscale non coincidente con l’anno solare.

A fruire della maggiorazione al 250% per gli investimenti in beni materiali strumentali sono stati oltre 3.600 soggetti, il 15% di quelli che hanno l’esercizio non coincidente con l’anno solare, per un ammontare di 28,3 milioni di euro.

A fruire invece della maggiorazione al 140% per gli investimenti in beni immateriali strumentali sarebbero invece oltre 9.800 soggetti, pari al 41% dei soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare, per un ammontare di 91 milioni di euro. Si tratta chiaramente di un dato “impossibile” perché il numero dei soggetti che fruiscono di questa agevolazione non può essere superiore a quelli che hanno fruito dell’iperammortamento sull’hardware (che ne è precondizione). Questo significa che o i conti del Ministero sono sbagliati oppure almeno 6.200 imprese hanno sbagliato, convinte di poter chiedere un incentivo al quale non avevano invece diritto. Un dato, se vogliamo, “mostruoso” che andrebbe spiegato con la non sufficiente informazione, all’epoca, di uffici fiscali e commercialisti.

I veri numeri sull’iperammortamento si avranno comunque il prossimo anno, con i dati sulle dichiarazioni per il 2017, anno in cui la misura è entrata a pieno regime.

Il Patent Box 2016 vale 1,4 miliardi di euro

A partire dall’anno d’imposta 2015 è stata introdotta la possibilità di optare per un trattamento di favore dei redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti industriali, marchi, opere di ingegno, processi e disegni industriali. Per il 2016 l’ambito di applicazione dell’agevolazione è stato limitato, sostituendo alla nozione ampia di opere dell’ingegno il riferimento al solo software coperto da copyright e, inoltre, è stata innalzata dal 30% al 40% la percentuale di reddito che non concorre alla formazione del reddito d’impresa.

Dalle dichiarazioni per il 2016 risultano 1.148 società (+85% rispetto al 2015) che hanno utilizzato l’agevolazione per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 1,4 miliardi di euro (4,3 volte il valore del 2015).

L’incremento maggiore si riscontra nei settori “manifatturiero” (circa 4 volte il valore del 2015, passando da 173 milioni di euro a 690 milioni di euro) e “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (15 volte il valore del 2015, passando da 18 milioni di euro a 272 milioni di euro). Il reddito detassato, proveniente dall’utilizzo diretto dei beni immateriali, ammonta a circa 1,3 miliardi di euro, di cui oltre 295 milioni di euro provenienti dalla quota agevolata relativa a periodi d’imposta compresi tra l’istanza di ruling e la data di sottoscrizione dell’accordo. L’ammontare dell’agevolazione è concentrato per il 70% nei settori “manifatturiero” (50%) e “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (20%).

Per quanto riguarda le dichiarazioni IRPEF hanno fruito del Patent Box 232 soggetti per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti di 4,3 milioni di euro.

Fonte: Innovation Post del 18/01/2019