/ Regime forfettario 2020, ufficiale: i nuovi limiti sono già in vigore

Pubblicato il 7 Febbraio 2020 in Fisco

Regime forfettario 2020, i nuovi limiti sono già in vigore dal 1° gennaio. Sulla data di decorrenza, 2020 o 2021, arriva la risposta ufficiale durante l’interrogazione a risposta immediata che si è svolta oggi, 5 febbraio, alla Camera dei Deputati in Commissione Finanze. Ad anticiparlo sono fonti parlamentari.

Dopo giorni di attesa non c’è più alcun dubbio: chi non rispetta i requisiti inseriti nella normativa di riferimento dalla legge numero 160 del 2019 è fuori dal regime di tassazione agevolata. Non c’è contrasto con lo Statuto del Contribuente. E bisognerà adeguarsi subito agli adempimenti previsti dal regime ordinario. In arrivo anche una circolare dell’Agenzia delle Entrate con ulteriori indicazioni.

Due atti, uno firmato da Raffaele Trano (M5Stelle) e una da Giulio Centemero (Lega), hanno portato la questione all’attenzione del governo.

Regime forfettario 2020, ufficiale: i nuovi limiti sono già in vigore

La nuvola di fumo si è addensata quest’anno, come lo scorso anno, sul regime forfettario 2020 a causa delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio, che il Parlamento ha approvato solo pochi giorni prima dell’entrata in vigore.

Oltre ad aver eliminato la flat tax fino a 100.000 euro, sono state inserite due nuove cause ostative tra le regole di accesso alla tassazione agevolata:

  • l’incompatibilità con i redditi di lavoro dipendente ed assimilato pari o superiori ad euro 30.000;
  • la reintroduzione del limite ai compensi erogabili ai collaboratori ad euro 20.000.

Come riferiscono in anticipo fonti parlamentari, con l’interrogazione del 5 febbraio, si fa chiarezza. Chi supera i nuovi limiti è fuori già dal 2020:

“Si ritiene che le modifiche al regime forfettario introdotte dalla legge di bilancio per il 2020 operino a decorrere dal periodo di imposta 2020.

Infine si segnala che sono in corso di predisposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate, i documenti di prassi volti a fornire chiarimenti interpretativi in merito alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2020”.

Questa la risposta fornita ai parlamentari.

Regime forfettario 2020, nuovi limiti già in vigore: posizioni contrapposte sulla data di decorrenza

La notizia della data certa di decorrenza si inserisce nella diatriba che ha caratterizzato questo primo mese di vita del regime forfettario 2020. Due le posizioni contrapposte:

  • alcuni consideravano i nuovi limiti in vigore dal 2020, insieme alla legge numero 160 del 2019 che li ha introdotti, e ritenevano impossibile rimandare la data di decorrenza perché in nessun modo le novità entrano in contrasto con le tutele previste dallo Statuto del Contribuente, si tratta di nuove regole e non di nuovi adempimenti;
  • dall’altro alcuni, proprio appellandosi allo Statuto, indicavano il 2021 come anno spartiacque. D’altronde i titolari di partita IVA hanno bisogno di tempo per adeguarsi alle novità e nel 2019 la linea è stata morbida: a disposizione tutto l’anno per cedere le quote di controllo di srl e non incorrere nella causa ostativa. Queste le argomentazioni a sostegno della tesi di molti contribuenti e addetti ai lavori.

A queste due linee di pensiero principali, poi, se ne aggiungeva una terza: a farsi portavoce Gian Paolo Tosoni, durante Telefisco 2020: nuovi limiti in vigore dal 2020 ma 60 giorni di tempo per adeguarsi agli adempimenti previsti in caso di fuoriuscita dal regime forfettario.

Regime forfettario 2020, nuovi limiti già in vigore: nessun contrasto con lo Statuto del Contribuente

D’altronde anche tra le schiere del governo la linea non è mai stata univoca: a dimostrarlo le dichiarazioni rilasciate durante il convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Commercialisti a Roma il 23 gennaio.

Mentre la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Maria Cecilia Guerra indicava con certezza il 2020 come data di decorrenza dei nuovi limiti del forfettario 2020, Carla Ruocco, Presidente della VI Commissione Finanze della Camera, rimandava il debutto al 2021, anche se con un’affermazione meno convinta.

A prevalere, infatti, è la linea anticipata dalla sottosegretaria Maria Cecilia Guerra:

“Con riferimento all’eventuale contrasto delle nuove norme con l’articolo 3 della legge n. 212 del 2000 (Statuto del contribuente), si osserva che, contrariamente alla disposizione di carattere antielusivo contenuta nella legge di bilancio per il 2018, che prevedeva quale nuova causa ostativa la detenzione di partecipazioni in S.r.l […] le modifiche apportate al regime con la legge di bilancio per il 2020 non impongono alcun adempimento immediato atto a garantire le condizioni abilitanti per la permanenza nel regime per i soggetti che nel 2019 avevano i requisiti per fruire del forfait.

Infatti, il requisito (20.000 euro di spese massime per lavoro dipendente o accessorio) e la causa di esclusione (non aver percepito più di 30.000 euro in qualità di lavoratore dipendente) impongono esclusivamente una verifica dell’eventuale superamento di dette soglie”.

Naufraga, infine, anche l’ipotesi di una flessibilità sugli adempimenti. Nel testo della risposta all’interrogazione del 5 febbraio 2020 si legge:

Inoltre, la fuoriuscita dal regime forfetario comporta l’adozione del regime ordinario secondo i consueti noti adempimenti e secondo regole già fissate nell’ambito dello stesso regime ordinario: in tale ottica, non sembra possibile ritenere che si contravvenga il contenuto dispositivo del comma 2 dell’articolo 3 dello Statuto del contribuente secondo cui “le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore”.