/ RIFORME: SUBITO QUELLA DEL LAVORO, POI FISCO E BUROCRAZIA. GOVERNO ATTENDISTA E FERMO

Pubblicato il 5 Agosto 2020 in Fisco

“Si fa un gran parlare di come utilizzare i 209 miliardi che arriveranno dall’Europa. Ma le riforme necessarie per riuscire a spendere in modo efficace queste risorse, ad oggi, non sono state nemmeno impostate. A partire da quella del lavoro, la più urgente. E poi fisco e burocrazia. La verità è che per il governo la fase 2 non è ancora iniziata”. Così il Presidente Carlo Bonomi nella sua intervista al Corriere della Sera(in allegato). “Mi sarei aspettato di vedere già scritto il Piano nazionale delle riforme, mentre il comitato interministeriale per gli affari europei, che dovrebbe redigerlo, comincia solo oggi a lavorare – ha sottolineato il Presidente. Si continua a parlare dei fondi che arriveranno dall’Europa pensando che risolveranno tutti i nostri problemi. Poi ci sono i prestiti agevolati che porteremo a casa in funzione dei progetti che sapremo presentare. E qui l’esperienza ci dice che l’Italia non è stata in grado già in passato di spendere quanto ci veniva accordato. D’ora in avanti non potremo confondere l’Europa con task force e stati generali. Bisogna agire.” Tre le riforme fondamentali per modernizzare il Paese, ha spiegato il Presidente Bonomi “fisco e burocrazia. Si tratta di riforme per cui non è necessario mobilitare risorse ma che sono fondamentali perché, senza di esse, non saremo in grado di correggere le storture che ci hanno relegato tra gli ultimi Paesi in Europa per crescita e produttività. Ma la prima riforma è quella del lavoro.” Infine il capitolo tassazione, per il quale il presidente ha ribadito la richiesta di eliminazione dell’Irap. “La pressione fiscale sulle imprese è altissima e, togliendo l’Irap, si premia chi assolve con lealtà al patto con lo Stato pagando le tasse. Con la Francia, siamo ai vertici mondiali per quanto riguarda il cuneo fiscale a carico delle imprese. Sento ripetere che la prima cosa è perseguire una seria lotta all’evasione fiscale. Abbiamo combattuto per avere la fatturazione elettronica, che poi si è dimostrata uno strumento utile in questa direzione. Tranne il fatto che poi lo Stato si tiene comunque lo split payment e drena risorse dai suoi fornitori anche dopo la fatturazione elettronica. Se il governo deciderà di imboccare seriamente la strada della lotta all’evasione – ha concluso Bonomi – ci avrà dalla sua parte”.

Fonte: Confindustria